Famiglia Polli Patriziato di Sonvico
Questa famiglia ha conseguito la vicinanza di Sonvico nel 1802
Il capostipite fu Salvatore Polli di Salvatore da VicoStori paese e diocesi di Trento che nel 1784 sposa Maria Elisabetta Meneghelli di Gian Domenico Meneghelli di Sonvico e di Maria Rosalia Maggiorini di Cadro.
Alcuni membri di questa famiglia soprannominata Ciapin e Madonatt si sono in seguito distinti quali imprenditori e albergatori.
Inaugurazione Hotel California, Dino - 9 aprile 1909
Nuovo Hotel— Tiro «al Flobert.(N. c. da Dino, 7). — Domenica prossima giorno 11 corr. avrà luogo in Dino, frazione di Sonvico, l’apertura e l’inaugurazione del nuovo Hotel California, di proprietà del sig. Ercole Polli reduce da San Francisco California.Il nuovo palazzo è situato in una splendida posizione e isolata, di faccia alla villa Lepori, con il bellissimo panorama della plaga Luganese, come pure si ammirano i denti della Vecchia e l’ìncantevole monte Boglia. Detto palazzo è costrutto con tutto il confort moderno che si esige per un Hotel di primo rango.Al piano terreno troviamo una bellissima e vasta sala con accesso in un grandioso giardino, al primo piano pure altra sala con sortita su una magnifica terrazza: bellissime e spaziose con allegra luce sono le camere da letto in tutto l’edificio. I locali sono arricchiti di pitture con bellissimi paesaggi ed ornamenti, dal bravo pittore Gildo Bianchi di Soragrno.Il progetto del nuovo Hotel fu elaborato dal signor Carlo Soldati di Sonvico che si meritò lode da tutti i visitatori, ed al quale faccio i miei rallegramenti. Nella facciata spicca l’inscrizione « The California Hotel Cosmos Restaurant >. Questo fabbricato è uno dei più belli che abbiamo nelle nostre vicinanze e quindi non mancherà di certo al nostro amico Ercole e sua signora Elvezia quel successo e quegli affari che di cuore auguro loro.— In detta occasione il proprietario terrà un tiro al flobert nel suo giardino, giorno 11 e 12 con ricchi premi.Interverranno le due musiche di Cadro e Sonvico a rallegrare la simpatica festa, ed in dette occasioni non mancheranno ì soliti quattro salti.I vini sono eccellenti, forniti dall’amico Alfonsino Bianchi.
Domenica tutti a Dino; l’amico Polli colla gioia in cuore vi attende.
L’Eco del Boglia
Una capata a Dino ed a Sonvico (1907)
Una delle più belle passeggiate dei nostri dintorni è certamente quella che da Lugano per Cornaredo, Cossio e Cadro conduce a Dino ed a Sonvico.
In una mite giornata della scorsa settimana ci siamo spinti fin lassù a rivedere un nostro caro amico che gode gli ozi della campagna nella sua splendida villa.
Separata appena la gola del Ponte di Valle, l’occhio viene attratto dai ridenti vigneti che da destra e da manca dominano la superba vallata percorsa dal Cassarate. E dopo esser giunto a Cadro, ameno e ridente paese che domina la valle sul pendio del Boglia, eccoci in meno di ½ ora a Dino (frazione di Sonvico) quasi sentinella avanzata sull’ingresso della Val Colla.
Dino è un paesello posto in una posizione sorrisa da tanto sole, anche durante le giornate invernali, con davanti una distesa di campi ubertosi e di prati in cui prosperano le più svariate piante da frutta.
In tutto non conta più di 250 abitanti e a chi vi arriva da Lugano per la strada maestra, si presenta come un grazioso incanto di villine chiare biancheggianti al sole, difese da giocondi colli per vendemmia festanti.
La villa Lepori, con davanti uno splendido parco e di fianco uno châlet ammirabile per la sveltezza delle sue linee architettoniche che sostengono una guglia lanciantesi in alto come sfida, domina e ingentilisce il quadro. A sinistra, carina nella sua modesta semplicità, si ammira la Scuola Maggiore e del Disegno, in mezzo, la strada maestra, bianca per un trionfio di sole, che si svolge fra una fuga di case di grandezza forme e colori diversi. La gente vi è buona, cortese e, caso strano in un paese campagnuolo, niente affatto pervasa da quella innocente e bonaria curiosità che caratterizza le persone dei nostri villaggi.
Gli è che la frequente presenza di forestieri ha finito col persuadere quella gente buona alle abitudini di un paese di villeggiatura. Infatti si nota negli elementi giovani della popolazione una irresistibile tendenza al nuovo e anche la foggia del vestire, così tipicamente pronunciata in alcuni nostri paesi, prende forma e misura dalla città. Ad attestare la sua natura sobriamente paesana vi è ancora qualche vegeta vecchierella. A Dino ogni anno fanno soggiorno, durante i mesi della canicola, numerosi villeggianti.
Quest’anno, p. es., hanno cercato refrigerio nelle fresche ombre dei suoi boschi, il rinomato collegio Bertschi-Bariffi, le spettabili famiglie Dott. Antonio Lepori-Anastasia, Dott. Francesco Vassalli, Anastasia-Figari Amalia, Olivetti, ecc., e diverse famiglie milanesi.
Grazie alla generosa devozione al suo paese nativo dell’Ing. Giacomo Lepori di cui quei buoni popolani serbano, non senza un senso di legittimo orgoglio, una riconoscente memoria, a Dino vi è una scuola Maggiore, una Scuola di disegno, un Asilo infantile, forse il migliore di tutto il Cantone ed un pubblico lavatoio.
La scuola elementare, sita nel centro del paese e quindi in posizione infelice, è un po’ angusta e stante il crescere straordinario della popolazione si spera di poterla presto costruire maggiormente rispondente alle regole igieniche e pedagogiche in un luogo più adatto. Due fontane a getto continuo hanno sostituito il vecchio pozzo e presto tutti quelli che lo desiderano potranno avere rubinetti in casa. Il paese, nonostante sia alquanto sporco, si avvia a grandi passi verso quella evoluzione a cui deve assurgere necessariamente, perché la sua posizione privilegiata lo domanda e lo vuole.
La progettata tramvia ferroviaria è destinata a portare a quell’incanto di natura tutto il benessere che noi col cuore commosso vivamente gli auguriamo.
Da Dino per una strada a zig-zag si sale a Sonvico.
Stupendo è il panorama che si gode dall’ultimo risvolto della strada a pochi passi dall’Albergo di Salvatore Polli.
Lugano col glauco lago, il S. Salvatore, la Collina d’Oro, la catena del mio vetusto Lema, lo sfondo del Paradiso e di Melide.
Cominciano anche qui ad affluire villeggianti e trovano all’Albergo del patriota Salvatore Polli buona cucina, comode e spaziose camere.
Sonvico si trova ad un’altitudine di ca. 750 m; sorge severo e maestoso sul pendio del monte che lo separa dalla Val Colla. Prima del 1798 fu la principale delle otto terre privilegiate del contado luganese, e la sua storia si collega per molti fatti con quella di Milano.
Al nord del paese si ammirano tuttora gli avanzi di antiche fortificazioni, e nel centro i ruderi del castello visconteo. E’ un villaggio che ha davanti a sé un bell’avvenire se la popolazione concorde saprà dotarlo di tutte le migliorie reclamate dalle esigenze dei tempi.
L’insieme delle abitazioni offre allo sguardo un aspetto simpatico, come di un minuscolo centro di vita umana rannichiato sino dai tempi primitivi lassù, fra il verde dei prati, l’ombra dei boschi, e i lontani rumori della montagna, perdentesi nella quiete riposata delle valli.
Bella e degna di nota la chiesa parrocchiale ove si ammira un magnifico altare con disegni di Ferdinando Albertolli.
Il paese di Sonvico è destinato a diventare una delle buone stazioni estive dei dintorni perché offre al visitatore oltre la vista splendida, l’aria pura, campagna verde e selve ombrose, comodi monti che formano altrettanti vasti e fioriti giardini naturali anche un largo campo di studio.
a.t. (Angelo Tamburini)